Basta una bella campagna pubblicitaria per convincerci e per poterci
fidare?
Veronesi: “
POCHE PAROLE PER CONOSCERCI MEGLIO”
POCHE PAROLE PER CONOSCERLO MEGLIO?
La fiducia degli italiani si compra o la si conquista sul
campo ?
Ad Aprile del 2011, l’
immagine di Veronesi riveste
tutta la copertina della rivista Wired ove compare
un articolo al quale
ho personalmente controbattuto con un’ invito
a chiarire molti punti. Veronesi si rivolge
ad un’azienda alla quale richiede i servizi di ricerca
statistica per investire e mirare le richieste sulle
giuste fasce di popolazione. Il
terreno è pronto per avviare le richieste
del 5x1000 e, nelle abitazioni di molti italiani, arrivano
opuscoli con richieste
d’ offerte, corredate di bollettino postale e persino
della richiesta di lasciti testamentari. A
noi italiani basta così poco per credere che i sacrifici d’ una
vita possano essere lasciati ad un’ associazione rappresentata
da Umberto Veronesi o si cercano le ragioni per cui poter avere
fiducia in un’ associazione? Personalmente sarei curiosa di
sapere quanti italiani cercano le documentazioni necessarie per
approfondire quanto sostenuto dalle molte pubblicazioni che
decantano i miracoli di Veronesi che, come riportato su Wired di
aprile 2011, ci parla di scatole magiche, d’ invenzioni non
sue e di speranze. A qualcuno interessa saperne di più? Mia madre,
che ha 70 anni, ha ricevuto personalmente queste richieste dall’ associazione di
Umberto Veronesi e, sapendo quanti sacrifici devono fare coloro
che lottano per il progresso nella ricerca oncologica, spesso
scontrandosi con questo sistema che l’WHO (Organizzazione
Mondiale della Sanità), prevede che possa
veder pressoché raddoppiata
la mortalità da cancro entro il 2030,
mi ha chiesto come si potrà mai distogliere l’
attenzione da ciò che l’ immagine può comperare e se ci sarà
mai lo spazio per chi non può permettersi di comperare immagine
ma potrebbe offrire soltanto molta sostanza che
permetterebbe di salvare milioni di vite.
Questa è una
domanda molto giusta. Ognuno cerchi la propria risposta.
vanna
sereno