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Con
Monti l’Italia verso il Nuovo Ordine Mondiale (NWO)? La
Sindrome da Cavallo di Troia. Rubando una citazione prosaica a Giulietto Chiesa, vi
spiego perché con la nomina dell’economista e uomo di punta della
Commissione Trilaterale, del Club Bilderberg e della Goldman Sachs, Mario
Monti, “Siamo fottuti”. L’Italia commissariata, non sta
soltanto mettendo in svendita i propri beni, ma sta aprendo le porte a un
governo sovranazionale di quella oligarchia che intende – su sua stessa
ammissione – costituire un Nuovo Ordine Mondiale. Che ciò debba
avvenire tra un mese, un anno o un decennio, poco importa: ci siamo già
dentro e i vari Draghi, Lagarde, Strauss Kahn, Monti, Tremonti, Papademos
non sono altro che pedine di questa articolata trama. Hic rodhus, hic salta. Per conquistare Troia e darla alle fiamme dopo un
inutile assedio durato un decennio, gli Achei finsero la disfatta per
introdurre nella cittadella il Cavallo di legno. I Troiani, sfiancati
dall’accerchiamento, accolsero la macchina da guerra credendola un
“dono” divino. Non potevano immaginare che dentro il Cavallo si
nascondessero i nemici pronti a espugnare Troia con l’inganno. Se è
stato un inganno a segnare la fine di Troia, un altro raggiro sta per
mettere fine “dal di dentro” alla sovranità nazionale italiana (e
greca). Lo stratagemma è altrettanto sofisticato: indurre artificialmente
la crisi per far subentrare uomini scelti a risolverla. Si sa, le masse
adorano illudersi di essere salvate: è la Sindrome da Cavallo di Troia.
Ce l’ha confermato recentemente il bluff Barack Obama che
predicava il cambiamento e invece dopo aver ingannato milioni di elettori
ha seminato altre guerre e disastri sulla strada segnata da Clinton e
Bush. I più alienati degenerano nella Sindrome di Stoccolma rimanendo
ancorati ai loro aguzzini – e infatti continuano a votarli! Non è complottismo, è la realtà dei fatti. Lo avevamo predetto tre mesi fa in una precedente
inchiesta Che cosa sappiamo realmente su di loro? Entrambi appartengono alla plutocrazia mondiale.
Entrambi sono membri della Commissione Trilaterale dei Rockefeller, del
Club Bilderberg, e più in generale pedine della finanza israelo-americana. La formazione consolidata da una lunga permanenza negli
Stati Uniti ha permesso loro di entrare in contatto con l’alta finanza e
con lo stratega polacco Zbigniew Brzezinski, già consigliere di Jimmy
Carter, amico intimo di Christine Lagarde (attuale capo del Fondo
Monetario Internazionale dopo lo scandalo sessuale e
le dimissioni forzate di Strauss-Kahn), infine mentore di Barack
Obama. Papademos ha lavorato alla Federal Reserve Bank di
Boston nel 1980 prima di diventare economista capo della Banca Nazionale
greca, infine vice governatore nel 1993 e governatore l’anno successivo:
è stato proprio costui a traghettare la Grecia dalla dracma all’euro.
Destino vuole che sia stato richiamato per sanare i danni che ha
contribuito a creare… Dal 2002 al 2010 è stato infatti anche vice
presidente della BCE. Seguendo invece le orme di Mario Draghi, Monti è
entrato nel 2005 alla Goldman
Sachs come International Advisor, nonché come presidente di
un’altra lobby, la belga Bruegel. Quest’ultimo think thank
fondato nel 2005 è un gruppo di comando composto da esponenti di spicco
di 16 Stati e 28 multinazionali. Tra cui troviamo le stesse che hanno
finanziato la campagna elettorale di Barack Obama o che meritano uno
scranno nelle riunioni blindate del Club Bilderberg: Microsoft, Google,
Goldman Sachs, Samsung, la Borsa di New York (Nyse), l’italiana
Unicredit, etc. Sarà questa esterofilia che ha portato Monti a entrare
come Advisor anche nella Coca Cola company… Come membro dei Bilbderg e della Goldman Sachs è
impossibile che non fosse a conoscenza dei rischi della deregulation
e della conseguente bolla finanziaria che ha causato il crollo dei
mercati, trascinando sul baratro della bancarotta il Paese e l’Europa
intera. Con il senno di poi si chiarisce che cosa intendevano alcune
mosche bianche – primo tra tutti lo storico Webster Tarpley – quando
cercavano di allertare la popolazione dal rischio che Goldman Sachs e soci
si nascondessero dietro all’ondata di speculazioni che ha innalzato lo
spread del nostro Paese causando così la caduta del Governo Berlusconi.
Già, perché per decretare l’addio al premier italiano non sono bastati
gli scandali, i festini, le intercettazioni: c’è voluta una
“spinta” dall’esterno, proprio come avevamo previsto tre mesi fa.
Una “spinta” ben manovrata dalle lobbies americane: sembra
proprio che gli uomini della Goldman Sachs abbiano il compito di innescare
le crisi per poi proporsi di risolverle “a modo loro”. Con Monti e
Papademos – accolti come salvatori – vedremo come. Ma il rischio che
si rivelino presto come Cavalli di Troia è dietro l’angolo: è il loro curriculum
a parlare. Ci troviamo così di fronte a due ennesimi uomini
dell’oligarchia finanziaria sovranazionale, insediati senza consenso
popolare – quindi fuori dai meccanismi che la democrazia richiederebbe
– alla guida di due Paesi all’interno dell’UE. Ma la colpa è anche nostra che nell’ultimo ventennio
di mancate riforme abbiamo subito passivamente lo sfascio della politica,
arroccandoci tra i sostenitori e i critici di Berlusconi, convinti che il
Male assoluto fosse Berlusconi mentre la sinistra si impegnava ad
autoflagellarsi tra mancanza assoluta di idee e di carisma. Non abbiamo
ancora capito che l’ottica del Divide et Impera fa comodo
soltanto a quell’1% che ci governa in silenzio. Divisi e senza proposte
ci siamo fatti trascinare dall’ondata di speculazioni artificiali e di
manovre sotterranee create ad hoc dalle lobbies finanziarie, da
quei Gruppi di Potere che non abbiamo ancora imparato a riconoscere,
proprio perché non hanno colore politico, religione, etichetta o
bandiera. |
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